Oltre lo specchio

È sottile il confine tra il prendersi cura del proprio corpo e l’inseguire ossessivamente uno standard di bellezza. Uno studio condotto dall’Università degli Studi di Salerno e da AICS Eudemonia ne analizza le caratteristiche.
Foto di Victor Freitas: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-tiene-la-fotografia-con-bilanciere-in-acciaio-nero-e-argento-949126/

Ancora un’ultima occhiata allo specchio prima di uscire di casa, poi, velocemente nello specchietto dell’auto, e se non bastasse a farci sentire “sicuri” del nostro aspetto, si ricorre alla fotocamera dello smartphone. Gli sguardi degli altri possono essere feroci, il nostro, una condanna.

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’immagine sia la prima cosa che si usa nell’interagire con l’altro e che l’uomo, in quanto essere sociale, ha avuto bisogno di essere accettato, amato e stimato. Ma con i social la cerchia del consenso si è allargata a dismisura. Non più solo la famiglia, gli amici, i colleghi e via di seguito. La platea dalla quale cercare consensi si è allargata smisuratamente e l’autostima è direttamente proporzionale ai like o tipi di reazioni ricevuti.

Facile vacillare in una cultura dominante dell’apparire se pensiamo che il nostro corpo non sia in linea con i canoni estetici promossi da una società che si sforza, a volte disperatamente, di associare la bellezza al successo in diversi ambiti.

Nel perseguire questi modelli, tanto irraggiungibili quanto inopportuni, alcuni comportamenti della nostra quotidianità tendono ad assumere un carattere esasperato. Come, ad esempio, l’alimentazione o l’attività fisica. Praticare sport regolarmente aiuta a mantenere il benessere fisico e mentale, ma farlo in maniera compulsiva può trasformarlo in una dipendenza patologica.

Lo stesso vale per l’alimentazione. In una società del benessere caratterizzata dall’abbondanza di diversi tipi di alimenti sempre più attenzione è posta al nutrirsi in maniera consapevole ed equilibrata. Ma, anche qui, esiste una sottile linea di demarcazione tra alimentazione salutare e patologia ed è spesso confusa a causa di un bombardamento mediatico e pubblicitario presente in rete che, offrendo consigli e protocolli alimentari, può creare false credenze e miti sulla nutrizione.

Un fenomeno che ha avuto da una parte l’effetto di accrescere l’ossessione per un’alimentazione basata su pietanze “giuste” e sulla suddivisione di cibi in “buoni e cattivi” e dall’altra ha portato al diffondersi, di ogni tipologia di dieta immaginabile, non sempre in linea con regimi alimentari sani. In una società a portata di click e tempestati da continui modelli di “filtrata” perfezione l’immagine di sé strappa il biglietto per l’affermazione sociale, rincorrendo come in un girone dantesco, la frenesia di uniformarsi ad un ideale corporeo, spesso irrealizzabile. Un obiettivo che diventa un feroce specchio di sé stessi.

Cosa innesca quel click che trasforma la sana abitudine di prendersi cura del proprio corpo, di alimentarsi in maniera corretta e di praticare sport regolarmente in pratiche ossessive e in disturbi del comportamento alimentare?

È uno dei punti di partenza del progetto di ricerca interdisciplinare promosso dal Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria dell’Università degli Studi di Salerno e da AICS Eudemonia. «Prendendo spunto da alcune persone, di diverse età, con le quali ci siamo confrontate e che praticano regolarmente sport – spiega il dott. Paolo Attianese, Chirurgo Nutrizionista -, abbiamo individuato una propensione a voler aumentare la prestanza fisica e la muscolatura, non per perseguire un benessere fisico e mentale, come è giusto che sia e secondo i corretti dettami suggeriti dall’OMS, ma per scolpire la propria muscolatura».

Da qui l’idea di un questionario elaborato insieme alla dott. essa Federica De Santis, al dott. Luca De Prisco e alla prof. essa Giulia Savarese, psicologa dello Sviluppo e dell’Educazione presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno. Le domande spaziano dalle abitudini alimentari, allo svolgimento di attività fisica più o meno frequente, all’utilizzo di integratori alimentari. Ad oggi sono circa 500 le persone che si sono sottoposte al questionario, compilato in forma anonima.

«La nostra indagine – chiarisce – non riguarda solo coloro che frequentano le palestre, naturalmente, ma anche studenti universitari, professionisti, militari, in modo da avere un quadro di valutazione più completo e ampio». Se non è condotta con equilibrio, una pratica sana può trasformarsi in potenzialmente dannosa.

«Durante i nostri studi – commenta Attianese – abbiamo spesso notato, soprattutto nei maschi, sia adolescenti che adulti, una continua ossessione per il tono muscolare e per la massa magra, da mantenere attraverso una dieta sbilanciata che mette a rischio il benessere fisico. Di frequente ci raccontano di seguire un regime alimentare che comprende anche 200/300 grammi di carne al giorno, albume d’uovo in polvere, burro d’arachidi. Uno stile alimentare – conclude– che, a lungo andare, può portare serie conseguenze e che spesso viene eseguito senza la supervisione di uno specialista».  

I dati che emergeranno dai questionari consentiranno di delineare lo scenario in cui si muove la nostra società.

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts