Evviva Sant’Alfonso Maria Fusco

16 ottobre 2016, Alfonso Maria Fusco è Santo. La cronistoria della storica data di 5 anni fa.
L’uscita dalla Collegiata dell’urna con le spoglie mortali del Santo.

16 ottobre 2016. Il fiume di gente che ha accompagnato la processione dalla Collegiata di San Giovanni Battista alla chiesa della Santissima Annunziata è una delle scene che resteranno nella memoria di quanti hanno vissuto i giorni della canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco.

L’urna con le spoglie mortali del sacerdote fondatore delle suore di San Giovanni Battista ha attraversato la sua Angri tra due ali di folla, seguita da migliaia di persone e dalle sue figlie spirituali arrivate da tutto il mondo per rendergli omaggio. C’erano le bandiere dei vari Paesi che accolgono le case delle religiose battistine.

Anche tanti laici sono arrivati da quegli stessi angoli del mondo. Tratti somatici e lingue diverse, presenze che hanno trasformato la città dell’Agro in una città del mondo. È stato bello ed emozionante sentire gli “evviva” e gli applausi che hanno accompagnato i diversi tratti della processione, vedere l’emozione nei volti di chi sentiva parte di sé quell’uomo di Dio proclamato santo da papa Francesco. La festa di domenica 23 ottobre, con la Messa di chiusura presieduta dal vescovo diocesano, mons. Giuseppe Giudice, è stata l’epilogo di otto giorni di grazie abbondanti per la Chiesa nocerino-sarnese, la Congregazione delle suore di San Giovanni Battista e la comunità civile dell’Agro.

La canonizzazione

La festa angrese è stata il prologo della straordinaria Messa di Canonizzazione presieduta da papa Francesco in piazza San Pietro. «Decernimus», lo ordiniamo.

Così il Santo Padre ha chiuso la formula che ha elevato agli onori degli altari Alfonso Maria Fusco. Insieme a lui, sono stati canonizzati altri sei testimoni del Vangelo incarnato: un italiano, due francesi, un argentino, uno spagnolo e un messicano. Pochi minuti prima, il Santo Padre aveva letto l’orazione ufficiale: «Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo e definiamo santi i beati: Salomone Leclerq, Giuseppe Sancez del Rio, Manuel Gonzalez Garcia, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco, Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero e Elisabetta della Santissima Trinità Catez e li iscriviamo nell’Albo dei Santi».

Parole che hanno emozionato le centinaia di suore, figlie spirituali di Fusco, e i pellegrini arrivati da tutti i luoghi dove opera ed è presente il carisma battistino.

Trenta gli autobus giunti solo dall’Agro, che hanno condotto circa 1500 persone in piazza San Pietro. Tra i vescovi concelebranti, monsignor Giuseppe Giudice. Accanto al Pontefice durante la consacrazione, ha offerto la sua preghiera per la terra dell’Agro. Tra gli altri concelebranti il vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano, e trenta sacerdoti della diocesi.

«Hanno raggiunto la meta – ha ricordato il Papa nell’omelia – hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato e hanno vinto». «I santi – ha continuato Francesco – sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino al limite, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince con loro».

Riferendosi ad Alfonso Maria Fusco e agli altri sei santi, il pontefice ha aggiunto: «Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e notte a Dio, senza stancarci». «Alfonso Maria Fusco ha realizzato il suo sogno – ha sottolineato il vescovo Giuseppe –. Oggi è santo e chiama ognuno di noi a vivere, straordinariamente bene, la nostra ordinarietà. In modo appassionato, vero, divenendo educatori».

Un esempio che tutti dovrebbero seguire: «Penso alle famiglie, parrocchie, oratori, associazioni, nei luoghi dove si è. Tutti siamo chiamati ad educare, ma secondo il progetto che viene dal Signore, non da noi».

Al momento della formula, introdotti dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, tra i postulatori c’era Paolo Villotta, che ha seguito la causa di Fusco. A portare le reliquie sull’altare papale è stata suor Maria Dulcis Miniello, la religiosa guarita grazie all’intercessione del suo fondatore.

All’offertorio, invece, a portare i doni sono state la madre generale delle battistine, suor Rosaria Di Iorio, e suor Prisca Mulenga.

Il giorno successivo, nella Basilica di San Pietro, c’è stata la Messa di ringraziamento presieduto da mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

La festa ad Angri

Cinque giorni intensi e ricchi di emozioni quelli vissuti ad Angri, dal 19 al 23 ottobre. Ad aprire il triduo è stato mons. Gioacchino Illiano. Il vescovo emerito ha accolto l’urna con le reliquie del Santo trasportata dalla Casa Madre di via Maddalena Caputo alla Collegiata di San Giovanni Battista. Alla processione, presieduta da don Antonio Mancuso, hanno preso parte decine di suore, guidate da suor Lina Pantano, Superiora della Provincia Italiana che comprende le case in Italia, quelle in Polonia, Madagascar, Moldavia e Romania.

«Sant’Alfonso Maria Fusco – le parole di mons. Illiano – è stato un umile sacerdote che si è fatto Santo per le vie di Angri e da Angri è arrivato al mondo per fare del bene. Ringrazio le suore Battistine per il grande lavoro che svolgono in 16 nazioni prendendosi cura dei bambini e della loro educazione. Che Dio le benedica».

Sabato 22 ottobre, la Messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. L’umiltà di sant’Alfonso Maria Fusco è stata tra i tratti che il porporato ha evidenziato: «La sua preghiera saliva da un cuore umile e buono. L’umiltà era la sua perla preziosa».

Il cardinale Amato, rivolgendosi alle figlie spirituali di Fusco: «Sant’Alfonso Maria è vivo e presente. Dal cielo protegge e incoraggia ognuna di voi per il sacrificio della consacrazione e della missione. Siate araldi di Gesù Cristo e antesignani nel mondo dell’immensa bontà e misericordia di Dio trinità e del Santo fondatore».

Domenica 23, al mattino, è stato il cardinale Crescenzio Sepe a presiedere la celebrazione eucaristica nella Collegiata di San Giovanni Battista. La processione pomeridiana ha riportato le spoglie del Santo nella chiesa della SS. Annunziata.

Giorni pieni, densi di emozioni non passeggere. Nelle parole del cardinale Sepe la certezza che «sant’Alfonso Maria Fusco mette in comunione tutta la Chiesa campana». Possa questa considerazione diventare salda per dare a questa terra e a questa comunità ecclesiale un futuro di unità sulle orme del Santo educatore.

Il vescovo Giudice in preghiera davanti all’urna del Santo

«Impariamo da lui a metterci da parte, a pregare»

Uno stralcio dell’omelia di mons. Giudice alla celebrazione di chiusura della festa. Il Vescovo, il giorno della Canonizzazione, scrive una lettera al Santo.

«La santità di Alfonso Maria Fusco non è chiusa, ma da stasera, di mano in mano, di cuore in cuore, deve passare ad ognuno di noi. Mi piace immaginarlo nella cappella del cielo. Oggi prega per il popolo, per la Chiesa, per Angri, per ognuno di noi. Continuiamo a chiedergli tante cose. Egli può intercedere. Lo farà in silenzio. Lo farà ancora con quella sua passione educativa. Forse sorriderà di tante nostre piccole guerre, tante nostre piccole battaglie, tanti nostri ritardi. Ma egli è il padre buono, egli è il padre santo, che ama i piccoli, ama i poveri. Impariamo da lui a metterci da parte, a pregare. Chiediamo a lui quello che il cuore ci chiede, innanzitutto la santità. Siamo certi che Alfonso Maria Fusco busserà al cuore del Signore e il Signore lo ascolterà».

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