Come si fa ad essere sfiduciati e disinteressati dalla politica se non ci si informa sull’argomento? È la domanda delle domande che affiora dopo aver sfogliato i dati della rilevazione condotta dall’ISTAT sulla partecipazione politica in Italia. Pubblicata lo scorso 17 settembre, si basa su dati 2024 e analizza la partecipazione invisibile, ovvero quanti si informano e discutono di politica in Italia.
I dati sono impietosi. In generale, sono i giovani a scappare. Nello specifico, i più distanti – nuove e vecchie generazioni – sono i residenti al Sud. «Calabria, Sicilia e Campania presentano i livelli più bassi di partecipazione collocandosi ai primi posti per numero di uomini e donne che non si informano e non parlano mai di politica», scrivono gli statistici.
Un dato che dovrebbe far riflettere e che si riflette sulla partecipazione. È sempre più alto l’astensionismo, come confermato dalle recenti elezioni regionali nelle Marche. L’affluenza si è fermata al 50,01% del corpo elettorale. In Campania come andrà? Si parte dal 55,52% delle regionali di cinque anni fa. Se i dati elaborati dall’ISTAT divenissero profezia, il 39,2% dei campani che non si informa mai potrebbe essere la prima fetta di corregionali a disertare le urne. Si sconta un grosso gender gap. Nel Mezzogiorno «è la maggioranza delle donne a non parlare mai di politica (51,3% nel Sud e 51,2% nelle Isole), a fronte di valori compresi tra il 39,4 e il 40,7% nelle regioni del Centro-nord». In Campania è il 44,7% del gentil sesso a disinformarsi, a fronte di valori quasi dimezzati per le residenti in Trentino Alto Adige (28,0%).
Ma c’è di peggio. I livelli più bassi di partecipazione politica invisibile riguardano gli under 24. «Si informa di politica almeno una volta a settimana il 16,3% dei ragazzi di 14-17 anni e poco più di un terzo (34,6%) dei 18-24enni. A non informarsi mai, invece, sono rispettivamente il 60,2% e il 35,4%». Non c’entra, tanto, la formazione culturale se l’11,3% dei laureati italiani rifugge questo tipo di notizie. Percentuale che cresce con i diplomati (24,4%) e diventa monstre per quanti hanno al più la licenza media (41,2%).
Un trend analogo si osserva in merito al parlare di politica. Se non ci si informa, come si fa a parlarne? Al massimo se ne può sparlare, specialmente sui social, senza nemmeno capire benissimo che cosa si stia dicendo. Infatti, oltre 10 milioni e mezzo di cittadini hanno espresso opinioni su temi sociali o politici attraverso siti web o social media.
Perché questa disattenzione? Degli oltre 15 milioni di cittadini di 14 anni e più che non si informano mai di politica, poco meno dei due terzi (63,0%) sono motivati dal disinteresse, più di un quinto (22,8%) dalla sfiducia nella politica.
Sarà anche vero, ma la sensazione è che il disinformarsi vada di pari passo al disimpegno, così sarà più facile scaricare le proprie responsabilità sugli altri.
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