Dal mito alla satira: l’autunno in sala

Tempo di grandi film in autunno. Le proposte di Donato D’Elia nella rubrica “In Sala”
Foto di Igor Ovsyannykov da Pixabay

Tempo di grandi film in autunno, presentati in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, conclusasi da un mesetto circa. Due film statunitensi come produzione, ma diretti da cineasti provenienti dal Messico e dalla Grecia.

Domani, mercoledì 22 ottobre, arriva in sala “Frankenstein” di Guillermo Del Toro, ultima trasposizione cinematografica tratta dal capolavoro della letteratura fantastica scritto dalla giovanissima Mary Shelley. Per Del Toro il progetto di una vita, l’adattamento da realizzare per dare senso ad una carriera e ad un intero modo d’intendere l’arte e il fare cinema. Un cinema che prende costantemente le parti del diverso e dove l’elemento scenografico non si limita a far da sfondo alle sequenze ma contribuisce al loro senso profondo, a (de)limitare i movimenti degli attori, dove le luci definiscono la geografia del set e insieme ne connotano gli umori e gli odori.

La torre abbandonata, dove viene allestito il laboratorio del dottor Frankenstein, è un instant-classic assoluto, che s’imprime sulla retina dello spettatore per non uscirne più. Il veliero bloccato tra i ghiacci del Polo dove la storia inizia e finisce ha la consistenza materica del natante d’epoca, con il cordame esausto e la chiglia segnata dalle intemperie.  All’interno di questa cura per il dettaglio si muovono piccoli/grandi personaggi, in un racconto archetipico che tutti crediamo di conoscere già ma che in pochi hanno poi fruito per davvero dalle sue pagine, geniali e fondative per interi generi (successivamente) codificati.

La rilettura dei classici, pena l’irrilevanza, deve forzatamente portare con sé un punto di vista nuovo, un aggancio alla realtà del presente, e qui il cambiamento, epocale, è l’assunzione del punto di vista del Mostro, che ci dona la SUA versione dei fatti.

Poco spazio rimasto per la seconda segnalazione: giovedì 23 ottobre esce “Bugonia”, l’ultima fatica di Yorgos Lanthimos. Satira sui complottismi che stanno infettando il mondo, che fa ridere, riflettere e inorridire.

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