La Dottrina Sociale della Chiesa affronta il tema della guerra e della legittima difesa con grande attenzione e profondità, collocando questi argomenti all’interno di una riflessione più ampia sulla pace, la giustizia e il bene comune. Secondo l’insegnamento magisteriale ed evangelico, la guerra rappresenta sempre un fallimento dell’umanità e un drammatico segno della rottura della fraternità tra i popoli.
Per questo motivo, la Chiesa afferma con forza la priorità assoluta della pace e invita a percorrere tutte le vie possibili per prevenire i conflitti e risolvere le controversie attraverso il dialogo, la diplomazia e la cooperazione internazionale. Tuttavia, la Dottrina Sociale della Chiesa riconosce che, in alcune circostanze eccezionali, può rendersi necessario ricorrere alla legittima difesa, soprattutto quando una comunità o una nazione subisce un’aggressione armata ingiusta.
In questi casi, la Chiesa fa riferimento alla dottrina della cosiddetta “guerra giusta”, che stabilisce criteri rigorosi per valutare la liceità morale del ricorso alle armi.
La Chiesa cattolica, attraverso la sua Dottrina Sociale, utilizza criteri morali ed etici molto rigorosi per valutare se una guerra possa essere considerata “giusta”. Questi criteri, consolidatisi nel corso dei secoli e ribaditi dal magistero contemporaneo, sono volti a limitare il ricorso alla violenza armata solo a casi estremi, ponendo sempre al centro la promozione della pace e la difesa della dignità umana.
I principali criteri sono:
1. Legittima autorità: La decisione di ricorrere alla guerra deve essere presa da un’autorità legittima, cioè da chi ha la responsabilità del bene comune della comunità politica coinvolta. Non è quindi lecito per gruppi privati o individui dichiarare guerra secondo la morale cristiana.
2. Giusta causa: La guerra può essere considerata giusta solo in presenza di una causa grave e certa, come la necessità di respingere un’aggressione ingiusta o difendere i diritti fondamentali minacciati. Non sono ammessi motivi di conquista, vendetta o interesse economico.
3. Retta intenzione: La guerra deve essere condotta con l’intenzione di promuovere il bene e la giustizia, non per odio,
vendetta o desiderio di potere. L’obiettivo deve essere la restaurazione della pace e dell’ordine giusto, non la distruzione del nemico.
4. Proporzionalità dei mezzi: La risposta militare deve essere proporzionata al male subito e non deve causare danni maggiori di quelli che si vogliono evitare. La violenza deve essere limitata allo stretto necessario per ottenere la giustizia e la pace.
5. Ultima risorsa: La guerra è moralmente ammissibile solo quando tutte le altre vie pacifiche di soluzione del conflitto (negoziati, mediazione, sanzioni) sono state tentate e si sono rivelate inefficaci. La guerra deve essere davvero l’ultima possibilità disponibile.
6. Ragionevole speranza di successo: L’uso della forza deve offrire una concreta possibilità di ristabilire la giustizia e la pace. Se la guerra rischia di provocare solo distruzione senza alcuna prospettiva di miglioramento, non è moralmente giustificabili.
Questi criteri sono pensati per tutelare la vita umana e limitare il più possibile la violenza, sottolineando che la guerra resta sempre un “male” e una sconfitta dell’umanità.
La Chiesa, infatti, invita costantemente a perseguire la pace attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale, ritenendo la guerra una soluzione estrema e dolorosa, da evitare se non in casi di assoluta necessità e nel rispetto rigoroso dei principi morali. Nella prospettiva della Dottrina Sociale, il ricorso alla guerra deve essere sempre considerato una sconfitta e uno strumento da utilizzare solo in casi estremi, quando è necessario proteggere la vita e la dignità delle persone da un’aggressione ingiusta.
Per questo motivo, la Chiesa invita costantemente a riformare le istituzioni politiche, nazionali e internazionali, affinché siano fondate sui principi della pace e del bene comune, riducendo così le cause profonde dei conflitti e promuovendo una società più giusta e solidale. La Chiesa propone una visione della guerra e della legittima difesa che, pur riconoscendo la necessità di difendere i più deboli e gli innocenti, pone al centro la ricerca della pace, la giustizia e la riconciliazione tra i popoli.
Paolo Morocutti
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