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A Camaldoli laici protagonisti di una speranza concreta

Una riflessione spirituale e sociale ispirata da Geremia e vissuta a Napoli
I partecipanti all’incontro del 7 giugno all’eremo di Camaldoli

Nel silenzio dell’Eremo dei Camaldoli, lo scorso 7 giugno si è celebrata una giornata di spiritualità promossa dalla Conferenza episcopale campana.

L’incontro, fortemente legato al cammino della Settimana sociale dei cattolici italiani svoltasi a Trieste nel 2024, ha visto la partecipazione di giovani, laici, rappresentanti del clero e del mondo associativo cattolico.

Geremia, un profeta in carcere che semina futuro

Cuore della giornata è stata la riflessione di monsignor Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, su un brano tratto dal libro di Geremia (Ger 32, 6-9.36-44).

In una situazione di solitudine e costrizione, il profeta risponde alla voce di Dio e acquista un campo in una terra desolata.

Un gesto che ha il sapore della follia, ma che diventa profezia: è il segno di una speranza che non si arrende, di un impegno che guarda oltre la crisi.

È proprio da qui che nasce l’invito del vescovo: essere laici capaci di scelte coraggiose, pronti ad «acquistare un campo» anche oggi, nelle periferie dell’anima e della società. Investire nel futuro è un atto di fede, è adesione concreta alla volontà del Signore, anche quando tutto intorno appare ostile o in rovina.

Laici protagonisti della città nuova

La testimonianza di Geremia non è solo un messaggio spirituale: è un appello alla responsabilità sociale e politica.

Monsignor Cascio ha ricordato come non si possa edificare una città senza coinvolgere chi abita nei «campi vicini», senza costruire relazioni autentiche con chi ha storie, provenienze e visioni diverse.

È la sfida della corresponsabilità, che non cerca una teocrazia, ma una cittadinanza attiva e illuminata dalla luce del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa.

In questo orizzonte, tornano di sorprendente attualità anche i Quaderni di Camaldoli del 1943/45: un documento elaborato in un tempo oscuro della nostra storia, ma capace di offrire ancora oggi spunti profondi. I suoi principi — fondati sulla dignità umana, sulla giustizia sociale, sulla centralità del lavoro e su un ruolo equilibrato tra Stato e iniziativa privata — rappresentarono una «terza via» tra totalitarismo e capitalismo sfrenato, tracciando le basi per un impegno civile e politico ispirato alla fede.

In questo senso, il cammino tracciato dopo la Settimana sociale continua con forza: si punta alla formazione, alla condivisione e alla spiritualità come tre direttrici capaci di rigenerare il tessuto ecclesiale e civile. Laboratori di discernimento e percorsi educativi per le nuove generazioni diventano strumenti per un protagonismo laicale maturo e generativo.

Comunità in cammino: seminare speranza nel quotidiano

Durante la giornata si è creato un autentico spazio di risonanza tra i partecipanti, dove l’ascolto reciproco ha generato un campo di empatia condivisa.

Le parole e le esperienze si sono riflesse da cuore a cuore, amplificando una sensazione di unione e di appartenenza profonda.

In questo contesto, è emersa con forza la volontà di incidere nella realtà, accompagnata da una sete di senso e dal desiderio di contribuire alla costruzione di una società più giusta.

Hanno manifestato una fede viva, che non si chiude nel privato, ma si traduce in scelte pubbliche consapevoli e responsabili, in sintonia con una comunità che cammina insieme, sostenendosi vicendevolmente.

La presenza di movimenti come Agesci e Azione cattolica ha rafforzato il senso di comunità e di cammino condiviso. «Comprare il campo» diventa così immagine concreta di una scelta controcorrente: credere nel cambiamento, partire da piccoli semi per edificare un futuro comune.

Conclusione: un tempo favorevole per ricominciare

Quello vissuto all’Eremo dei Camaldoli è stato un tempo di grazia. Non un semplice evento, ma una chiamata ad assumere, con la forza della fede e la lucidità del discernimento, un ruolo attivo nella costruzione della città dell’uomo. Come Geremia, anche noi siamo chiamati a scommettere sulla promessa, ad acquistare un campo oggi, perché il Regno di Dio può crescere proprio lì dove sembra non esserci più nulla.

La tappa di un cammino iniziato a Trieste e continuato in regione prima con degli incontri a Pompei e poi con il momento di Camaldoli. Laici e Chiesa impegnati per essere “al cuore della democrazia”.

Pasquale Magro

Monsignor Pasquale Cascio durante la meditazione

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