Saranno 524.415 gli studenti che dal 18 giugno affronteranno il tanto temuto esame di Stato. Di questi, 511.349 candidati interni e 13.066 esterni.
La struttura resta quella classica: due prove scritte seguite da un colloquio orale, con un sistema di valutazione che assegna maggiore peso alle prove finali rispetto al passato, pur senza sminuire il percorso scolastico degli studenti. A giudicare i maturandi sarà una commissione mista, formata da tre docenti interni, tre esterni e un presidente, anch’esso esterno.
Conto alla rovescia. Una macchina organizzativa già in moto da giorni che alle 8.30 di mercoledì prossimo segnerà il via, quando il Ministero dell’Istruzione e del Merito invierà alle scuole la password di accesso per aprire il plico telematico contenente le tracce della prima prova.
Una prova unica, uguale per tutti gli indirizzi scolastici: i maturandi si troveranno di fronte a sette tracce proposte elaborate dagli esperti del Ministero e selezionate dal Ministro Giuseppe Valditara. Le tipologie saranno tre: due tracce dedicate all’analisi del testo, tre focalizzate sul testo argomentativo e due che richiederanno lo sviluppo di un tema di attualità.
Il giorno dopo, giovedì 19 giugno, sempre alle ore 08.30, toccherà alla seconda prova – lo scritto d’indirizzo – che sarà “nazionale” ma focalizzata su una materia diversa a seconda dell’indirizzo di studio. La particolarità di quest’anno è che, ancora una volta, la prova si concentrerà su un’unica materia caratterizzante.
L’orale potrebbe cominciare già lunedì 23 giugno
Non esiste una data fissa per l’inizio dei colloqui orali, ma secondo la normativa in vigore questi possono iniziare a partire da due giorni dopo la pubblicazione dei risultati delle prove scritte. In pratica, in alcune scuole si potrebbe cominciare già da lunedì 23 giugno.
La commissione d’esame
A valutare i maturandi sarà esclusivamente una commissione mista, composta da sei docenti – tre interni e tre esterni – guidati da un Presidente di commissione, anch’esso esterno.
Un sistema studiato per assicurare la massima imparzialità ma nel contempo un certo grado di tutele sul percorso svolto: i docenti interni conoscono bene gli studenti, ma il loro ruolo è equilibrato dalla presenza dei colleghi esterni, che offrono una prospettiva più neutrale e distaccata rispetto al percorso scolastico.
Il Presidente, invece, ha una funzione di garante e interviene principalmente nelle situazioni più complesse, come nei casi di incertezza tra i sei commissari.
Punteggio e voto finale
Si parte dai crediti scolastici accumulato durante il triennio che possono pesare fino a 40 punti: con un massimo di 12 in terza, 13 in quarta e 15 in quinta superiore.
Per raggiungere questo punteggio massimo, però, è necessario mantenere una condotta pari a 9: un 8, anche accompagnato da voti alti nelle materie tradizionali, può già comportare una penalizzazione e probabilmente precludere il sogno del “100”.
Le prove d’esame, invece, offrono la possibilità di totalizzare fino a 60 punti, suddivisi equamente tra le tre fasi: 20 per la prima prova, 20 per la seconda e 20 per l’orale.
Al termine del percorso, la commissione ha inoltre la facoltà di assegnare fino a 5 punti bonus agli studenti più meritevoli, a condizione che abbiano almeno 30 crediti iniziali e un punteggio minimo di 50 punti nelle prove d’esame.
Per chiarimenti e maggiori informazioni, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola.
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