Sappiamo quanto, fin dal 1975, a partire da papa Paolo VI, i predecessori di papa Francesco abbiamo guardato ai movimenti come opera benedetta dallo Spirito. E così è stato anche per il Sommo Pontefice che il mondo ha salutato qui in terra, il quale ha visto nel Rinnovamento carismatico una corrente di grazia e un dono per la Chiesa.
Ora è naturale domandarsi quali “scenari” si profileranno e in che misura lo Spirito Santo, con la sua creatività, saprà dispensare doni e carismi per l’annuncio della fede accompagnati da papa Leone XIV.
La certezza è che restano e resteranno preziose le indicazioni più volte consegnate da Bergoglio alle diverse realtà ecclesiali e, soprattutto, il richiamo a quello stile sinodale che sta animando il percorso pastorale delle nostre Chiese.
In più, come ha sostenuto Francesco, i Documenti di Malines contengono, di fatto, gli orientamenti teologici ed evangelici da cui muovere per continuare a promuovere una autentica evangelizzazione. L’auspicio è che anche il prossimo pontificato possa tradurre positivamente questa eredità spirituale, consolidata anche in occasione dell’udienza concessa il 20 gennaio 2024 ai membri del Consiglio nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Fondante e illuminante fu il discorso del Santo Padre ai partecipanti, in cui ribadì il ruolo di «CHARIS come organismo di servizio internazionale per il Rinnovamento Carismatico Cattolico», con l’invito a «continuare a camminare su questa strada di comunione». Nella stessa circostanza sottolineò due aspetti basilari su cui centrare il servizio. In primis la preghiera, precisando in particolare che «il movimento carismatico per sua natura dà spazio e risalto alla preghiera, in particolare alla preghiera di lode, e questo è molto importante.
In un mondo dominato dalla cultura dell’avere e dell’efficienza, e anche in una Chiesa a volte troppo preoccupata dell’organizzazione, abbiamo tutti bisogno di dare spazio al rendimento di grazie, alla lode». Quindi, l’evangelizzazione «che pure appartiene, per così dire, al DNA del movimento carismatico. Lo Spirito Santo, accolto nel cuore e nella vita, non può che aprire, muovere, far uscire». Infine, la comunione, con l’esortazione ad esserne «costruttori» e a «dare testimonianza di fraternità, di stima reciproca nella diversità, di collaborazione nell’impegno per iniziative comuni, al servizio del popolo di Dio e anche su questioni sociali in cui è in gioco la dignità delle persone».
È con questa docile consapevolezza, dunque, che il Rinnovamento nello Spirito Santo si prepara, prima di tutto spiritualmente, al prossimo futuro, esprimendo attraverso la voce del presidente nazionale Giuseppe Contaldo la gratitudine per il coraggio che il 266° successore di Pietro ha insegnato a ciascuno di noi, «ispirando cattolici e non con la sua umiltà e semplicità, parlando al cuore di tutti. Ha elevato il popolo e, tra essi, ha posto i poveri e i meno fortunati al centro del suo servizio. Un esempio che ci esorta a costruire il bene umano e comune».
Francesca Cipolloni, Responsabile Ufficio stampa RnS
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