Il mese mariano di maggio si chiude con lo sguardo verso la Materdomini. Il vescovo monsignor Giuseppe Giudice ha ufficializzato il testo del messaggio del pellegrinaggio diocesano dei giovani del 14 agosto.
Le nuove generazioni della diocesi si metteranno in cammino nella notte per raggiungere il santuario di Materdomini in Nocera Superiore. Cammineranno riflettendo sul tema «e c’era la Madre di Gesù (Gv 2,1)».
Il vescovo ha scelto la data simbolica del 31 maggio, a chiusura del mese mariano, per gettare u ponte verso l’estate. Maria accompagna tutti, sempre, a partire dai giovani, in ogni stagione del tempo e della vita.
Il testo integrale è stato pubblicato questa mattina sul sito della Diocesi.
Ispirati dalle nozze di Cana
Monsignor Giudice ha attinto dall’evangelista Giovanni un passaggio del racconto delle nozze di Cana, uno dei brani del Vangelo che più ispirano il vescovo insieme al racconto dei discepoli di Emmaus. Da questi passi trae sempre profonde riflessioni e suscita intense suggestioni.
«Consola sapere che Maria è presente il terzo giorno dove c’è la festa; la sua è una presenza materna, rassicurante e importante, come quando sappiamo della presenza di ogni mamma alla festa della nostra vita. Se Maria è presente con Gesù e i discepoli vuol dire che c’è la Chiesa, la comunità dei risorti, che partecipa alla festa della mia gioia, della mia crescita, alle diverse tappe del mio percorso esistenziale e di fede».
Maria è sempre presente, una «presenza amorosa, attenta e discreta, ma decisiva e incisiva». La Vergine è «presente nel cuore di Dio dall’eternità, Maria è presente a Betlemme; nella fuga in Egitto; a Nazareth; al Tempio; lungo le strade dell’Annuncio; ai piedi della Croce; nella sala alta in attesa del fuoco di Pentecoste; Assunta è presente nella reggia del Paradiso».
Un riferimento per i giovani: «Una presenza che non disturba, non mortifica, non impedisce le crescite e le cadute; Maria come ogni mamma insegna a superare gli ostacoli e a raggiungere i traguardi, con l’orgoglio di accompagnare e seguire il figlio da lontano, senza mai occupare tutta la scena, o ostacolare il suo pellegrinaggio verso la meta».
Tuttavia, «ogni figlio sa che Maria è presente, c’è, di qua o di là; e il cordone ombelicale, anche se reciso alla nascita, è sempre legato come un sottile filo di speranza che aiuta a percorrere le strade, anche impervie o polverose di ogni figlio».
C’era e c’è la Madre di Gesù, «c’è ad ogni festa e ci insegna ad amare la festa e a non confonderla con il clima festaiolo e confusionario; c’è affinché il vino della gioia non manchi, non sia adulterato, annacquato, non venga sostituito con altre bevande che, alterandoci, ci tolgono il gusto della vita stessa».
Maria è una madre che «insegna la prudenza, l’equilibrio, il discernimento, e la capacità di essere sé stessi in ogni situazione, senza sostituire il vino buono con un po’ di acqua colorata o sporca».
Il vescovo invita i giovani a «riscoprire con entusiasmo la presenza di Maria nella vostra vita, la Madre della Speranza, presenza che aiuta nel vostro pellegrinaggio per essere coloriti come la primavera, ardenti come l’estate, miti come l’autunno e limpidi come l’inverno».
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