Giustizia per i cittadini della Terra dei fuochi. La Corte Ue per i diritti dell’uomo ha condannato l’Italia a rispondere alla perdurante situazione di inquinamento derivante dalla gestione illegale dei rifiuti in Campania che, ad oggi, ha visto registrare in quella zona – comprensiva di 90 Comuni con una popolazione di circa 2,9 milioni di abitanti – un eccesso di mortalità del 10% per gli uomini e del 13% per le donne, rispetto al resto della Regione.
Nella sentenza del 30 gennaio 2025 la Corte ha ritenuto lo Stato italiano responsabile per la violazione dell’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo secondo cui il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Sono state messe in luce le gravi carenze del sistema penale e di protezione ambientale del Paese caratterizzato da una decennale malagestione dello smaltimento dei rifiuti pericolosi e dalla mancanza di un’adeguata risposta governativa per prevenire i rischi ambientali e sanitari.
Inoltre, è stato evidenziato che, nonostante l’intervento di numerose commissioni parlamentari ed il succedersi di molte riforme, il sistema penale italiano non sia riuscito ad offrire un’efficace deterrenza contro i reati ambientali. È stato sottolineato che le sanzioni sono rimaste troppo basse rispetto alla gravità e ai profitti derivanti dallo smaltimento illegale dei rifiuti.
Un esito non scontato dal punto di vista legale che non ripaga del prezzo pagato, insegna però il ruolo fondamentale della cittadinanza attiva nel perseguimento della Giustizia e della Verità.
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