Scatta l’ora del 730

Da oggi si può inviare la precompilata. È importante verificare i dati e ottenere rimborsi più rapidi, incluse spese mediche, scolastiche e bonus tredicesima.

Partiamo subito con l’elencare chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi: si tratta di coloro che – nel corso del 2024 – hanno conseguito solo redditi da lavoro dipendente e assimilati (o pensione) non superiori a 8.500 euro; oppure corrisposti da un unico soggetto che ha effettuato le ritenute d’acconto, o da più soggetti ma conguagliati da uno di essi.

Ancora: solo redditi da fabbricati e terreni non superiori a 500 euro; solo redditi da assegni periodici di separazione o divorzio non superiori a 8.500 euro complessivi; solo redditi esenti (indennità di accompagnamento, rendite Inail, ecc…) o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (dividendi da azioni, interessi su titoli di stato).

Il resto dovrà prendere mano al 730, inviabile da oggi, 15 maggio, fino al 30 settembre. Dal 30 aprile si può visionare il proprio 730 precompilato dal sito dell’Agenzia delle Entrate; si può modificare o accettare e quindi inviare appunto dal 15 maggio.

Ricordiamo che il modello 730 è utilizzabile da lavoratori dipendenti e pensionati, mentre il vecchio Unico – ora Redditi Pf – spetta a titolari di partita Iva, chi ha redditi d’impresa o di partecipazione societaria, i contribuenti non residenti in Italia, gli eredi e determinate categorie specifiche di contribuenti.

Il grande vantaggio del modello 730 non è tanto nella facilità di compilazione, o meglio nella minore difficoltà rispetto al Redditi Pf, perché la facilità di compilazione in Italia è sempre un criterio soggettivo. Il fatto è che il rimborso dell’imposta chiesta in restituzione – nel caso si vanti un credito verso lo Stato – viene accreditato direttamente sulla busta paga o nella rata di pensione. Ce li hanno presi in anticipo, ma ce li restituiscono appena possibile.

Se però il credito vantato è superiore a 4mila euro e il contribuente ha fatto modifiche rispetto al modello precompilato, può partire un controllo ulteriore da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso contrario in cui invece sia il contribuente a dover pagare ulteriori imposte, queste somme vengono trattenute direttamente nella busta paga o sulla rata della pensione. Chi fa invece il Redditi Pf, entro il 30 giugno deve saldare il 2024 e pagare il primo acconto 2025 (il secondo acconto entro il 1° dicembre).

Abbiamo cercato di semplificare il più possibile il quadro della resa dei conti tra contribuente e fisco.

La realtà è molto più complessa, perché prima di arrivare alla trasmissione delle dichiarazioni e ai pagamenti reciproci, occorre appunto compilare le dichiarazioni stesse. Considerata la giungla di detrazioni, deduzioni, bonus vari e quant’altro, un consiglio: appoggiarsi ad un valido Centro di assistenza fiscale o a un professionista. Errare è humanum, ma non per il fisco italiano.

Nicola Salvagnin

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts