Inquinamento ambientale e rilancio del messaggio di papa Francesco lasciato al mondo nella Laudato Si’. Ma anche interrogarsi sulla tutela del Creato e la bonifica dei siti maggiormente inquinati.
La Chiesa campana accende i riflettori sul fiume Sarno, la Terra dei Fuochi, i siti industriali dismessi e tanti altri posti poco conosciuti ma con un ambiente molto compromesso. Lo farà con un pellegrinaggio in undici tappe: dalla foce del Sarno allo Stir di Tufino, passando per Bagnoli e dall’inceneritore di Acerra.
Inizierà il 16 maggio dal Santuario della Beata Vergine di Pompei, per concludersi il 24 maggio nell’arcidiocesi di Napoli.
Sarà anche l’occasione per celebrare i dieci anni dell’enciclica Laudato si’ sulla cura della Casa comune. Il compianto «Pontefice confessò in un’intervista che sorvolare in elicottero le terre comprese tra Napoli e Caserta fu uno tra i motivi dominanti che lo spinse a scrivere le illuminanti pagine della Laudato si’», ricorda monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana.
Undici le diocesi direttamente impegnate nell’organizzazione, il cui territorio sarà percorso da un gruppo di pellegrini costituito da delegati di ogni Chiesa locale.
I camminatori attraverseranno l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia per poi raggiungere quella di Nola (17 maggio), di Acerra (18 maggio), di Aversa (19 maggio), di Caserta (20 maggio), le diocesi di Teano Calvi e Sessa Aurunca (21 maggio), l’arcidiocesi di Capua (22 maggio), la diocesi di Pozzuoli (23 maggio). I pellegrini giungeranno nella arcidiocesi di Napoli il 24 maggio, data in cui, nel 2015, fu pubblicata l’enciclica Laudato si’. Qui è in programma grande Meeting a piazza del Gesù.
In questo tempo giubilare, l’iniziativa vuole essere un segno di speranza per una terra dalle non poche ferite all’ambiente, con pesanti ricadute sulla salute degli abitanti.
Preghiera, penitenza, denuncia e annuncio le caratteristiche di questo cammino delle Chiese campane che toccherà alcuni luoghi simbolo dello scempio territoriale, con l’intento di tenere alta l’attenzione sulla cura dell’ambiente e offrire occasioni di confronto coinvolgendo istituzioni, associazioni, scuole, società civile, comunità delle diverse confessioni cristiane e religioni.
«Le chiese della Campania hanno accolto in questi anni il grido di dolore di un popolo intero, colpito da un dramma umanitario e ambientale. A maggio, per sette giorni, attraverseremo il territorio di diocesi con siti inquinati di “interesse nazionale”. Ogni volta si andrà in luoghi simbolo, evidenziandone le criticità ma anche sottolineando le buone prassi e le opere segno nate durante il cammino», spiega monsignor Di Donna.
Nel solco della speranza
Un vero e proprio pellegrinaggio regionale che si inserisce nel solco dell’Anno Santo: «Questo ci permette di ribadire che il nostro coinvolgimento nella cura della Casa comune parte dall’accoglienza della sofferenza del popolo dal cui grido di dolore siamo stati convertiti alla causa ambientale».
Non solo denuncia. Infatti, si darà voce a chi si impegna per le bellezze locali e per la cura di quanti vivono condizioni di fragilità. Il gruppo di delegati visiterà sia i luoghi di degrado, ma anche alcune zone di interesse naturalistico e storico-artistico, incontrando le realtà sociali locali.
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