Il seme è stato gettato a piene mani. Nel modello di Colei in cui Dio ha compiuto grandi cose, Alfonso Russo ha trovato la spinta per dedicarsi al mondo della sofferenza, divenendo autentico «lievito nella massa». Grazie a questa spinta interiore ha dato vita a un intenso percorso formativo e spirituale che ha accompagnato l’intera attività della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza.
È iniziato così un dialogo e un confronto con l’UNITALSI di Salerno, mentre si consolidava il rapporto con i Volontari della Sofferenza, aprendosi progressivamente alla diffusione dell’Opera.
Nel 1963, padre Casaburi e Alfonso Russo decisero di modificare la data dell’annuale pellegrinaggio al santuario di San Gerardo Maiella, a Materdomini di Caposele, anticipandolo dal primo maggio al 25 aprile. Dai verbali dell’epoca si evince che la scelta fu dettata dalle difficoltà logistiche legate all’eccessiva affluenza di fedeli in quella giornata.
Il pellegrinaggio a Bagni del 13 maggio 1963
Accanto a questa straordinaria esperienza di avvicinamento degli ammalati alla figura semplice e accogliente di fratel Gerardo, figlio spirituale della Congregazione del Santissimo Redentore, fondata da sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nacque l’idea di ripetere l’esperienza del pellegrinaggio. Dopo la prima uscita del 1962 al Colle Sant’Alfonso, come meta si scelse questa volta il santuario dei Bagni a Scafati. L’iniziativa fu presentata al Vescovo, mons. Fortunato Zoppas, che non solo la approvò, ma volle anche prendervi personalmente parte. Il pellegrinaggio si tenne il 13 maggio 1963, anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima.
Venerdì 10 maggio 1963 si svolse un incontro tecnico di programmazione dell’evento, nel cui verbale si legge: «…si è discusso del Pellegrinaggio al Santuario dei Bagni e si è determinato il modo di raggiungerlo. I sani ed i pellegrini a piedi, recitando il Rosario. Gli ammalati col pullman e con l’autoambulanza. È stato deciso il pranzo ai soli ammalati bisognosi. Lo svolgimento avverrà secondo il programma approvato dal Vescovo».
Di fronte a un’iniziativa di carattere locale come questa, l’impegno nella preparazione fu notevole, con un invito non solo alla partecipazione, ma anche alla condivisione concreta. Ricordo con commozione il racconto di Alfonso Russo, che oggi rivivo leggendo quel verbale: i fedeli aderirono con entusiasmo, gareggiando nel donare numerosi prodotti per preparare il pranzo destinato agli ammalati.
Il cuore era colmo di gioia, l’entusiasmo cresceva e la partecipazione era straordinaria.
Tutto procedeva secondo quanto stabilito e il desiderio di vivere quell’esperienza era incontenibile. Riporto quanto è meravigliosamente scritto nel verbale di lunedì 13 maggio 1963, che descrive con nitidezza l’evento: «Alle ore 7.30 una colonna di pellegrini, scortati dal Delegato Diocesano Alfonso Russo, dalla sorella Concettina Pepe, dal barelliere Raffaele Pepe, all’ombra dello stendardo dell’Associazione, dopo l’esortazione e la benedizione del P. Assistente, sono partiti dalla Basilica di S. Alfonso alla volta di Scafati: Santuario dei Bagni.
Alle ore 8.00 il P. Assistente ha celebrato la santa messa, a cui hanno assistito gli ammalati che si radunavano. Alla fine della messa, il P. Assistente ha letto le varie disposizioni per il Personale e ha dato qualche avvertimento per tutti. In tre riprese gli ammalati, col pullman, sono stati trasportati al Santuario. Col primo carico e con l’autoambulanza sono partiti il P. Assistente, l’infermiere Califano e qualche barelliere. L’ultima a partire è stata la capogruppo Desiderio Giovanna, alla quale fu affidata la cura degli ammalati da trasportare con l’aiuto di altre sorelle e dei barellieri. Nel Santuario tutto è proceduto con ordine. L’offerta dei fiori alla Madonna. Il P. Vincenzo Carrella, Superiore del Santuario, ha celebrato la S. Messa ed ha parlato del Vangelo. Dopo la Messa è stato recitato il Rosario con il commento e a mezzogiorno è stata recitata la Supplica alla Madonna. È seguito il pranzo, che ha rallegrato gli ammalati per l’abbondanza e per la preparazione.
A causa di un incidente alla macchina del cinema, non è stato proiettato il film Segreto di Fatima. Radunatisi gli ammalati ed i pellegrini in Santuario, è stato recitato il santo Rosario. Appena giunto S.E. Rev.ma, si è vestito dei paramenti sacri per la processione e la benedizione eucaristica, impartita come di consueto in queste funzioni. Nel partire, [il Vescovo] è stato accolto da vivi applausi in attestato di ringraziamento. Come al mattino, l’autoambulanza e il pullman hanno riportato gli ammalati a destinazione. L’ultimo a partire è stato l’Assistente, insieme al Delegato Diocesano, Alfonsino Russo. Un riconoscente inno di ringraziamento sciolgo al Signore e alla Madonna per la protezione e la benedizione dateci in questo lavoro».
La preghiera per la Chiesa
Oggi è davvero straordinario rivivere queste testimonianze: immaginare le meraviglie che il Signore opera per i suoi figli, in particolare per gli ammalati, grazie all’intercessione della Madonna. Tale esperienza, pur rafforzando la dedizione verso il mondo della sofferenza, non esime l’Opera da difficoltà. Infatti, da un verbale di sabato 28 settembre 1963 si evince che si è deciso di organizzare un pellegrinaggio a Leopardi e, a tal riguardo, di legge: «Lo scopo di tale pellegrinaggio è soprattutto di Pregare la Madonna del Buon Consiglio che illumini ciascuno di noi e tutti coloro, che ci guidano e quelli che ci ostacolano…».
E, ancora, nel verbale di domenica 29 settembre 1963 si legge: «Scopo del nostro Pellegrinaggio: 1 – Incontrarci tutti ai piedi della Madonna nello spirito di formare un solo grande esercito. 2 – Pregare pro Concilio Vaticano secondo: per il quale Giovanni XXIII ha offerto la vita; del quale Paolo VI ha grandi speranze perché il deposito della fede sia custodito integralmente e reso noto a tutti. Il Papa si rivolge ai fedeli, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, agli ammalati perché preghino ed offrano le loro sofferenze».
Questa testimonianza di comunione e di unione in Cristo e per la Chiesa evidenzia ancora una volta il grande percorso spirituale di Alfonso, sempre attento a camminare nell’obbedienza e nella comunione con Cristo e con la Chiesa.
Don Gaetano Ferraioli, direttore Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza
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