Era il 1987 quando nasceva ufficialmente il programma Erasmus, acronimo di “European Region Action Scheme for the Mobility of University Students”. Per alcuni, grazie a Roberto Benigni in tv, l’Erasmus ora ha anche un volto, quello di Sofia Corradi, l’ideatrice.
Per tanti, Erasmus è sinonimo di studenti con lo zaino in spalla, amicizie internazionali e percorsi di scambio. Da allora, l’Erasmus ha cambiato la vita di oltre 13 milioni di studenti in tutta Europa.
Ha creato un’intera generazione di giovani che si sentono prima europei e poi cittadini del proprio Paese. Ha trasformato le università, le carriere, le mentalità. E se fino al 2021 l’esperienza internazionale era aperta solo agli studenti più grandi, ora la mobilità Erasmus+ è accessibile alle scuole di tutti i gradi.
L’Europa diventa, perciò, un concetto vivo e concreto di pari passo con la classica formazione scolastica.
«L’Erasmus non è solo un programma di scambio, ma una vera e propria rivoluzione culturale che parte dalle scuole e dai giovani, plasmando un’Europa sempre più unita», racconta la dirigente scolastica del II Istituto comprensivo di Nocera Inferiore, Teresa Staiano, che quest’anno ha avviato per la prima volta un progetto Erasmus nella sua scuola.
L’iniziativa ha coinvolto gli studenti di terza media, che hanno avuto l’opportunità di trascorrere un periodo in Spagna ospitati da famiglie locali. A loro volta, le famiglie italiane hanno accolto gli studenti spagnoli, creando uno scambio autentico e profondo. «Abbiamo ospitato anche studenti francesi – racconta la dirigente – e un altro gruppo di nostri studenti ricambierà la visita in Normandia nel mese di maggio. È un’esperienza che va oltre lo studio perché permette ai ragazzi di sentirsi veri cittadini europei. Quando i nostri studenti sono stati in Spagna, i genitori ospitanti si sono presentati dicendo: “Io sono la mamma spagnola di…”, segno di un’accoglienza che va oltre la semplice ospitalità».
Gli studenti spagnoli, arrivati in Italia a febbraio, hanno ricambiato con lo stesso entusiasmo. «Ci hanno detto che un’accoglienza così calorosa come quella ricevuta dalle famiglie nocerine non l’avevano mai provata altrove. È come adottare un nuovo figlio: le famiglie si coinvolgono completamente. L’Europa è questo – rimarca-, l’Europa sono le scuole che attraverso l’Erasmus la vivono come una realtà costante, perché si fonda valori fondanti dell’Unione Europea: l’amicizia tra i popoli, il dialogo tra le culture e, soprattutto, il valore supremo della pace».
Lo snodo cruciale degli incontri tra gli istituti europei è l’adesione alla piattaforma eTwinning, la più grande community europea di insegnanti attivi in progetti collaborativi tra scuole. Una sorta di social network lavorativo dove i docenti di tutta Europa si ritrovano non solo per creare esperienze di gemellaggio e mobilità, ma anche per realizzare progetti didattici a distanza, facendo collaborare ognuno le proprie classi.
Da uno di questi partenariati internazionali è nato il progetto Desibook, al quale hanno aderito e partecipato gli studenti del Liceo “Don Carlo la Mura” di Angri. «I nostri studenti – spiega la dirigente Rossella Tedesco – hanno lavorato a distanza insieme ai coetanei di varie nazionalità – Turchia, Bulgaria, Grecia e Spagna – in un’attività di scrittura creativa collaborativa. Ogni scuola ha contribuito a un libro comune, sviluppando capitoli a partire da un incipit condiviso. Questo approccio innovativo non solo stimola la creatività, ma rafforza anche le competenze linguistiche e il senso di appartenenza a una comunità internazionale».
Dopo una prima fase organizzativa, che ha visto la dirigente e i docenti partecipare a un incontro a Sofia, il progetto è entrato nel vivo con una seconda tappa molto speciale: la “Nave dei Libri”, un’esperienza che ha portato otto studenti del liceo di Angri a Barcellona. Durante il viaggio e il soggiorno nella città catalana, gli studenti hanno incontrato i loro colleghi per discutere delle letture affrontate, confrontarsi sui poeti nazionali e presentare il lavoro svolto insieme.
L’esperienza Erasmus non si esaurisce nei confini europei, ma mira a costruire un’identità globale.
Anche attraverso gli stage linguistici in Francia e Spagna, durante i quali gli studenti hanno vissuto ospitati da famiglie locali, la scuola si impegna a rendere i ragazzi protagonisti di un’educazione che li prepari a essere cittadini del mondo. «Le nostre attività di internazionalizzazione – conclude la dirigente – servono a insegnare ai nostri studenti che siamo cittadini del mondo e bisogna entrare nelle realtà che sono diverse dalle nostre e imparare a conoscerle per rispettarle».
La dimensione europea è già consolidata anche nel III Istituto comprensivo “Massimo Li Pira”. Quest’anno la mobilità Erasmus+ ha portato gli alunni di diversi ordini scolastici e i docenti in Irlanda, Spagna e Portogallo. «In particolare – racconta la dirigente scolastica Raffaella Capuano – l’esperienza in Spagna ha segnato un momento storico per il nostro Istituto: per la prima volta, infatti, anche gli alunni della scuola primaria hanno avuto l’opportunità di prendere parte a una mobilità internazionale». Un viaggio carico di emozioni e scoperte. «Per i nostri bambini – continua – è stata un’occasione straordinaria di crescita personale e formativa. L’entusiasmo con cui hanno affrontato questa esperienza, la curiosità e la voglia di comunicare con i loro nuovi amici spagnoli sono la prova concreta dell’importanza di questi progetti Erasmus+».
Durante il soggiorno, gli alunni hanno partecipato ad attività didattiche condivise, laboratori interculturali e visite a luoghi di interesse storico e artistico, sperimentando in prima persona l’importanza dell’apertura verso nuove prospettive educative. Non sono mancati momenti di svago e divertimento, in cui l’incontro tra lingue diverse si è trasformato in un gioco naturale e coinvolgente. Parallelamente, anche il programma in Irlanda e Portogallo ha offerto importanti occasioni di confronto e aggiornamento per i docenti, impegnati in percorsi di formazione sulle metodologie didattiche innovative e sull’inclusione scolastica.
«Il successo di questa mobilità Erasmus+ – conclude la dirigente – rappresenta un ulteriore passo avanti nella missione del nostro istituto di promuovere un’educazione aperta, dinamica e orientata al futuro. Un’esperienza che ha lasciato nei cuori dei nostri piccoli viaggiatori un ricordo indelebile e la voglia di continuare a esplorare il mondo dell’apprendimento senza confini».
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