AC diocesana, “segno di speranza”

Passaggio di testimone in Azione Cattolica diocesana. Fernando Faiella subentra a Antonella Salvati, in qualità di segretario diocesano. Con lui Salvatore D’Angelo fa il punto sul numero degli iscritti. Tanti giovani scelgono di tesserarsi anche se vivono fuori sede

Crescono gli iscritti all’Azione Cattolica diocesana nonostante un calo tra i giovani dovuto all’emigrazione per motivi di studio e lavoro. L’AC recupera smalto e passione per realizzare la Chiesa in uscita tanto auspicata da papa Francesco.

Fernando Faiella, subentrato alla dimissionaria Antonella Salvati alla carica di segretario diocesano di Azione Cattolica, e già incaricato all’adesione diocesano di AC, commenta con noi i numeri degli iscritti. «L’Azione Cattolica diocesana ha avuto un aumento di 170 unità nonostante ci sia una parrocchia in meno. Siamo 24 parrocchie e non 25. Abbiamo circa 2400 iscritti suddivisi tra ragazzi, giovani e adulti. Registriamo un buon incremento nelle fasce adulti e ACR».

Come va con i giovani?

«Scontiamo un calo dovuto al fatto che molti vivono fuori per studio e lavoro. Allo stesso modo, tanti che sono a distanza scelgono comunque di tesserarsi nelle loro parrocchie di origine. Questo dimostra in pieno lo spirito di tesserarsi: non avere solo un pezzo di carta, ma condividere i valori di una realtà che da 150 anni anima la nostra Chiesa».

Qual è l’impegno chiesto alle parrocchie?

«Chiediamo di esserci. Prendo in prestito le parole che il vescovo monsignor Giuseppe Giudice ha rivolto al consiglio diocesano: “Siamo chiamati a stare per poi andare”. Dobbiamo capire il luogo dove siamo e poi andare fuori per testimoniare il bello dell’Azione Cattolica. L’AC sta nelle comunità, non deve sentirsi un gruppo a parte: tutto ciò che è comunità riguarda l’AC, tutto ciò che è AC riguarda la comunità. Deve essere una osmosi che vivifica tutto e che tiene conto del rapporto tra generazioni. Inoltre, in questo anno siamo chiamati ad essere “Pescatori di uomini”. Quindi dobbiamo stare per andare e fare rete».

Come accrescere le potenzialità di AC sul territorio diocesano?

«Fare rete al di fuori delle parrocchie con le tante associazioni che vivono e animano le nostre città. Non è facile, spesso ci sono idee e punti di vista diversi, ma essere capaci di stare insieme nella comunità e nella città, dialogare con le istituzioni e il mondo laicale e il volontariato, ci fa crescere come potenziale. Un’apertura che riscontriamo specialmente negli ultimi anni».

Azione Cattolica è laicato attivo, un servizio che deve aprirsi sempre più al territorio. Non trovi?

«Più crescono i rapporti e l’amicizia con le altre realtà del territorio tanto più cresciamo come associazione. Abbiamo il compito di essere pronti ad uscire, come ci invita a fare papa Francesco. Dobbiamo e vogliamo uscire per stare con gli altri, per vivere e animare i luoghi non solo parrocchiali. Dobbiamo uscire dalle nicchie per essere segno di speranza per questa terra diocesana».

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts