Progetto Famiglia: una rivoluzione d’amore e carità

Lunedì 25 novembre, presso la Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone”, i volontari e operatori della federazione Progetto Famiglia hanno accolto il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno
Lucia, volontaria di Progetto Famiglia Vita, racconta la storia di Attilio e Rosa – foto Progetto Famiglia

Progetto Famiglia: una rivoluzione d’amore e carità. Lunedì 25 novembre, presso la Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone”, i volontari e operatori della federazione Progetto Famiglia hanno accolto monsignor Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera Inferiore-Sarno.

L’associazione si distingue per l’entusiasmo dei volontari che, giorno dopo giorno, si dedicano al sostegno di bambini e famiglie in difficoltà, portando avanti una “rivoluzione di amore”.

Un’opera radicata nella carità

La presidente Giovanna Abbagnara ha evidenziato come il bene si realizzi anche senza perfezione: «Il nostro lavoro è parte di un’opera più grande a favore dei poveri».

Progetto Famiglia, nato dall’incontro tra persone mosse dalla carità, affonda le radici nel movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus, che combina Vangelo e azione sociale.

Il vescovo ha ascoltato testimonianze di gratitudine per il dono reciproco tra volontari e destinatari degli aiuti. Fondamentale è il servizio alla vita nascente, iniziato nel 1990 grazie a don Silvio Longobardi, che promosse la difesa del nascituro, «il più povero tra i poveri».

Monsignor Giudice con il Direttivo di Progetto Famiglia – foto Progetto Famiglia

Storie di accoglienza e rinascita

Attilio ed Emilia, genitori di Rosa, hanno raccontato come l’associazione li abbia sostenuti durante una gravidanza difficile, offrendo protezione e amore.

Nel 1998, la prima casa di accoglienza, l’Oasi Maria Madre della Vita, ha aperto le porte a Sant’Egidio del Monte Albino, seguita da altre iniziative per minori e ragazze madri.

Nel 2005, i diversi ambiti di Progetto Famiglia si sono uniti in una federazione, mantenendo autonomia economica e giuridica ma condividendo la missione.

In questi anni, l’associazione ha affrontato numerosi disagi: giovani senza ideali, coppie in crisi, donne segnate dall’aborto e famiglie in difficoltà, aprendo strade di carità come l’educazione alla vita, il sostegno psicologico e progetti in Africa.

Una speranza per il futuro

Monsignor Giuseppe ha ascoltato le otto testimonianze e incoraggiato l’associazione a perseverare nella missione, sottolineando l’importanza di essere «sale, lievito e luce» nella società.

Il carisma della federazione, basato sull’entusiasmo e sull’apertura alla vita, è essenziale per affrontare sfide come la denatalità e il rifiuto della vita nascente.

Don Silvio Longobardi ha concluso sottolineando come la storia di Progetto Famiglia nasca dalla fede e dall’incontro con Cristo.

Per Giovanna Abbagnara, il valore dell’associazione non risiede nelle opere materiali, ma nelle persone incontrate: «La carità più bella è la gente, il gioiello prezioso di Dio».

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