Pompei. Papa Francesco è accanto ai campani afflitti, ai quali invia una speciale benedizione nel concludere la lettera inviata per l’inizio del Giubileo pompeiano.
Il documento è stato letto questa mattina nel Santuario di Pompei, durante l’omelia della Messa presieduta dall’arcivescovo prelato monsignor Tommaso Caputo.
Il Santo Padre invoca «ogni grazia per la terra campana, in modo speciale per quanti sperimentano situazioni di disagio», si legge.
Una preghiera quanto mai opportuna in un periodo di grande travaglio sociale ed educativo. I fatti di Napoli interrogano tutti. Ieri c’è stato il terzo morto in 17 giorni, una situazione che non può più essere definita emergenza.
Francesco scrive alla Chiesa pompeiana, che si sta preparando a celebrare «una ulteriore tappa della sua straordinaria storia di fede, di devozione mariana e di carità».
Il 13 novembre 1875
Si tratta del centocinquantesimo anniversario dell’arrivo a Valle di Pompei dell’icona della Vergine del Rosario. Era il 13 novembre 1875, un «evento che segnò la nascita del Santuario e della nuova città di Pompei».
Il quadro fu trasportato da Napoli sopra un carro di letame.
«Un inizio umile, in linea con lo stile di Dio, che sa trarre grandi cose dal niente o dalle realtà più insignificanti», ha riflettuto monsignor Caputo nell’omelia di questa mattina.
In pochi anni, grazie all’ardore apostolico del beato Bartolo Longo, «Pompei diventò un avamposto della fede, luogo dello Spirito, e l’Icona della Madonna divenne nota e venerata nel mondo intero», ha aggiunto l’arcivescovo.
La preghiera si è fatta carità grazie ai centri educativi, tuttora operanti, che accolgono, sull’esempio del Beato, ragazzi e ragazze provenienti dall’emarginazione minorile, orfani, figli e figlie di carcerati, madri con i loro bambini.
«A Pompei, da circa 150 anni, si continuano a scrivere pagine e pagine di una straordinaria storia di accoglienza e di promozione umana», ha aggiunto monsignor Caputo.
Francesco: «Riscoprire la bellezza del Rosario»
Opere che papa Francesco ha voluto sottolineare nella lettera inviata alla Chiesa pompeiana.
Il Pontefice evidenzia come sia «provvidenziale che il giubileo della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea. È bello riscoprire il Rosario, in questa prospettiva, per assimilare i misteri della vita del Salvatore, contemplandoli con lo sguardo di Maria».
Francesco sottolinea come il Rosario sia uno «strumento semplice e alla portata di tutti», che «può sostenere la rinnovata evangelizzazione a cui oggi è chiamata la Chiesa».
«Siamo consapevoli di quanto sia necessario riscoprire la bellezza del Rosario nelle famiglie e nelle case», ribadisce il Papa.
«Questa preghiera è di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi».
Il Rosario, inoltre, «è fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, “catena dolce che ci rannoda a Dio”, ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati».
Francesco incoraggia la Chiesa pompeiana a «proseguire con rinnovato impegno la storia di carità» iniziata dal beato Bartolo Longo.
Un impegno instancabile affinché il Signore «possa anche oggi parlare mediante il messaggio della Madonna di Pompei».
Una consapevolezza che porta il Pontefice a invocare «ogni grazia per la terra campana, in modo speciale per quanti sperimentano situazioni di disagio».
La gioia della Chiesa pompeiana
La lettera pontificia è stata accolta con gioia dalla Chiesa pompeiana, che si avvia alla celebrazione del Giubileo della Madonna.
Martedì sera si aprirà l’anno in preparazione al 150° anniversario dell’arrivo del quadro e della fondazione del Santuario.
Ci sarà una Messa a cui prenderanno parte in modo speciale le parrocchie di Pompei.
«In questo Anno giubilare che ci condurrà fino al 13 novembre 2025, la lettera del Papa sarà di guida per il nostro cammino di santità e per le molteplici iniziative pastorali che saranno offerte ai pompeiani e ai pellegrini. È nostro desiderio che il traguardo dei 150 anni divenga un momento di grazia e di crescita per tutti coloro che vivono in questa città e per i milioni di fedeli che traggono ispirazione dal carisma pompeiano», ha concluso così l’omelia l’arcivescovo Caputo.
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