Olimpiadi e Paralimpiadi: un’estate da campioni per lo sport italiano. Due manifestazioni che hanno consentito di tenere alti i valori sportivi e i colori azzurri. Che hanno fatto scoprire, e riscoprire, i cosiddetti sport minori. Una definizione mai tanto sbagliata.
Nelle palestre del Paese ci sono decine di migliaia di bambini, ragazzi, giovani e meno giovani che si allenano quotidianamente per passione o agonismo. Se le medaglie sono arrivate copiose è anche grazie ai loro sforzi.
Quaranta quelle olimpiche conquistate dagli atleti azzurri, due ori in più rispetto ai giochi precedenti. Il momento più galvanizzante, che ha raccolto dinanzi ai soli teleschermi RAI punte di 7 milioni di italiani con il 50% di share, è stata la finale del volley femminile. Una battaglia all’ultimo colpo che ha mostrato il volto di un’Italia vincente perché umile, aperta e inclusiva, concreta.
Da poche settimane si sono concluse le Paralimpiadi e anche in questo caso il bottino di medaglie iridate è stato di qualità e di quantità. I nostri connazionali affetti da disabilità hanno dimostrato come si vince nello sport e soprattutto nella vita.
Non un libro di sogni, desideri e speranze, ma la fotografia di una realtà che può apparire diversa solo agli occhi di chi guarda con lenti distorte, non di chi la vive e la onora con tenacia.
La preparazione e i sacrifici, ma anche la leggerezza e la spontaneità di atleti che, il più delle volte, sono liberi da contratti e vincoli, ha restituito il volto sano dello sport. Non è un giudizio buonista, perché si tratta di ragazzi diversamente abili. È una impressione realista, che tiene conto delle grandi potenzialità, talvolta inespresse, che si celano ovunque. Basta saperle scorgere e assecondarle.
Su questo si deve fare sempre meglio, adeguando o incrementando le strutture pubbliche. La provincia di Salerno, che pure tanti campioni ha dato alla Nazione, questa volta non ha espresso nomi alle Paralimpiadi. La speranza è che a Los Angeles l’elenco del Cip si arricchisca di qualche nostro conterraneo.
Di tutti gli atleti paralimpici, è stata emblematica la simpatia di Rigivan Ganeshamoorthy. Al suo debutto, ha vinto la medaglia d’oro nel lancio del disco uomini F52 con la misura di 27.06, realizzando ben tre record del mondo consecutivi. Consiglio a tutti di recuperare l’intervista con Elisabetta Caporale. Tra le altre cose, ha ricordato il vicino di casa che gli ha portato il tricolore prima della partenza per Parigi: «L’amicizia e le persone che ti vengono a trovare valgono anche più di una medaglia d’oro».
Grazie Rigivan per la tua testimonianza e il tuo sorriso, per il tuo essere italiano fiero e generoso, a differenza di chi si sarebbe fermato al solo cognome e colore della pelle.
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