Chiedimi come sto, i giovani e il benessere psicologico

Cresce l’esigenza di uno sportello psicologico a scuola. Studenti, dirigenti, genitori e insegnanti sono concordi nel chiedere un supporto stabile, ma nell’Agro nocerino-sarnese meno della metà degli istituti riesce a garantirlo.

Quando una ragazza di 19 anni compie un gesto estremo, senza ritorno, perché si sente una fallita, abbiamo perso tutti. Quando i nostri ragazzi, circa 50.000 in Italia, fra i 14 e i 17 anni, secondo uno studio del Cnr condotto con la collaborazione del Gruppo Abele, scelgono la strada del ritiro sociale, perché hanno sperimentato un senso di inadeguatezza e fallimento rispetto ai loro coetanei e non hanno facilità di relazione con gli adulti, abbiamo l’obbligo di non distogliere lo sguardo e di interrogarci.

E per quanto assurdo, è già una fortuna quando li sentiamo gridare, quando cercano di scuoterci, quando chiedono aiuto. Troppe volte rispondono al disagio che li sommerge con il silenzio, l’isolamento o peggio, l’autolesionismo.

Fa bene al cuore vederli scendere in piazza in queste settimane per portare l’attenzione sul disegno di legge “Chiedimi come sto” sostenuto dai sindacati degli studenti, che mira a tutelare la salute mentale tra le mura scolastiche e nelle Università. Un percorso che si avvalga di professionisti qualificati per presidiare il benessere psicologico ed interfacciarsi, eventualmente, con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno.

Oggi molte scuole offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti. «In pandemia – racconta lo psicologo Antonio Francese, responsabile sportelli d’ascolto nelle scuole – gli sportelli di supporto psicologico avevano registrato un’impennata di richieste ed erano sostenuti dai finanziamenti ricevuti per la prevenzione e il trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza Covid-19. Ad oggi, però, con meno fondi a disposizione sono poco più del 30% le scuole dell’Agro-nocerino sarnese che riescono ancora a offrire il servizio a studenti e insegnanti».

Antonio Francese, psicologo, responsabile sportelli d’ascolto

Lo sportello di ascolto psicologico, infatti, è uno spazio all’interno della scuola dove non solo i ragazzi e le ragazze possono incontrare uno psicologo per confrontarsi su disagi e interrogativi, ma anche insegnanti e genitori.

È un servizio di durata annuale che ogni scuola organizza in base ai finanziamenti che riceve, attraverso un bando di concorso per individuare gli specialisti. Si può accedere allo sportello tramite una semplice prenotazione, secondo le modalità scelte dall’istituto, e c’è sempre la tutela dell’anonimato.

«L’approccio con gli studenti – spiega Francese – è diverso in base alla fascia d’età, così come le loro esigenze e problematiche. Per i bambini della scuola dell’infanzia si usa il gioco e i simboli. Per la scuola primaria, invece, usiamo molto le LIM e le strumentazioni digitali, per coinvolgerli con le attività che sono a loro più congeniali, senza escludere delle attività che li vedano protagonisti per permettergli di esprimere emozioni e turbamenti. In questa fascia, 6/10 anni, quello che funziona di più è l’alfabetizzazione emozionale, per insegnargli a riconoscere, vivere positivamente ed esprimere le emozioni».

Diverse, invece, sono le esigenze per i pre-adolescenti che si confrontano con il corpo che cambia, nuove emozioni, i primi amori: «È necessario accompagnarli nel riconoscimento positivo e sereno del cambiamento. Quando faccio un progetto, oltre al colloquio individuale, prevedo sempre degli incontri con il gruppo classe, ai quali si possono affiancare laboratori e gruppi rivolti alternativamente a genitori e insegnanti, man mano che emergono difficoltà o nuove necessità nel corso dell’anno scolastico».

Emma Tortora – dirigente scolastica Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Sarno

Demotivazione e difficoltà scolastica, problemi relazionali con i genitori, dipendenze, ma soprattutto ansia generalizzata in vari ambiti, cambia di poco la gamma delle tinte fosche del disagio negli studenti delle scuole superiori, ma non la necessità di confronto.

«Credo fermamente – dichiara la dirigente scolastica del Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Sarno, Emma Tortora – nella necessità di offrire ai nostri studenti, alle famiglie e ai docenti un servizio di supporto psicologico. Qui a Sarno l’ho attivato con una doppia figura, due psicologici, un uomo e una donna. Riusciamo a garantirlo per 160 ore per ciascun professionista, gestite secondo le richieste che i ragazzi fanno. È uno strumento importantissimo che cercheremo di garantire anche per i prossimi anni».

L’iniziativa

La nuova proposta di legge sulla salute mentale degli studenti, si chiama “Chiedimi come sto”, ed è stata presentata lo scorso 22 marzo alla Camera dei deputati dall’UDU, Unione degli Universitari e dalla Rete degli Studenti Medi. La proposta scaturisce dalle richieste avute dopo la diffusione di un questionario con la collaborazione di Spi Cgil. In pochi mesi sono state registrate oltre 30 mila adesioni da parte degli studenti.

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