L’agroalimentare alla sfida degli insetti

Sintetizzare tutto con immagini ad effetto – come per esempio “insetti contro maccheroni” -, è una semplificazione facile ma eccessiva.
Foto di inguaribile_viaggiatore da Pixabay

Insetti a tavola (seppur sotto forma di farine) e cibi sintetici contro la tradizione della cucina italiana. Ovvero cibi “nuovi” contro la più pura enogastronomia dello Stivale. Dopo il via libera del governo a quattro decreti che obbligano ad etichette chiare chi vuole vendere nel nostro Paese cibi che contengono anche farine d’insetti, il dibattito tra i puristi della cucina nazionale e gli sperimentatori (o semplicemente curiosi) di alimenti diversi è salito di tono.

Tutto mentre, nemmeno a farlo apposta (oppure proprio perché fatto apposta), all’Unesco l’Italia ha presentato ufficialmente la candidatura della cucina nazionale a patrimonio dell’umanità.

Questione di tradizione ma anche economica, quella che sta dietro il forte dibattito tra nuovi alimenti e cucina nostrana. Questione, occorre dirlo subito, che può essere  affrontata solo con un approccio: quello della più completa, chiara e corretta informazione su cosa si mangia.

Per questo – correttamente -, il governo ha iniziato con quattro provvedimenti sulle etichette. I ministri dell’agricoltura, delle imprese e della salute, hanno infatti firmato decreti che obbligano ad etichette con specifiche indicazioni da porre su tutti i prodotti al consumo umano ottenuti con farine di Acheta domesticus (grillo domestico), della larva di Tenebrio molitor (larva gialla della farina), di quella di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) e di Locusta migratoria. Obiettivo, come si è detto, dire chiaro a chi compra questi prodotti cosa c’è dentro di essi.

Chiarezza, quindi. E anche controlli. I Carabinieri Nas sono stati da subito coinvolti dal ministro della salute per tenere d’occhio questo mercato.

Che, pur essendo ancora di nicchia, vale comunque già un giro d’affari discreto. Insect Food e Consumatori, una recente indagine dell’Università di Bergamo, stima per l’Europa un mercato del valore di oltre 260 milioni di euro; mentre l’ultimo report Nomisma per Cia-Agricoltori Italiani, indica per il 2030 quasi 400 milioni di consumatori per 260mila tonnellate di prodotto.

Chiarezza che fa bene a tutti. Anche ai coltivatori. Le etichette, ha spiegato Coldiretti, sono importanti “per garantire la libertà di scelta della maggioranza degli italiani”. Che comunque sembrano piuttosto scettici. Una ricerca Coldiretti/Ixe dice che “il 54% della popolazione è contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole solo il 16%”. Che tuttavia fanno parte del patrimonio gastronomico di altre popolazioni e di altre culture. E che potrebbero anche significare un apporto importante dal punto di vista nutrizionale, come fa rilevare Andrea Ghiselli, past president della Sisa (Società italiana di Scienze dell’Alimentazione).

Il tema del dibattito, dopo quello della necessaria e doverosa informazione (anche relativamente ad alcuni rischi comunque fatti rilevare dall’Efsa, l’Autorità alimentare europea), rimane comunque quello della tradizione a tavola. Per questo il mondo della produzione agroalimentare nazionale, Coldiretti in testa, ha salutato la candidatura a patrimonio dell’umanità della cucina italiana come una “risposta agli insetti”.

Anche in questo caso, tra l’altro, il risvolto economico è importante. L’annuncio, è stato fatto notare dai coltivatori, arriva “con il record storico realizzato dalle esportazioni agroalimentari Made in Italy nel mondo dove hanno raggiunto il valore di 60,7 miliardi anche sotto la spinta della domanda di italianità in cucina”. Italianità, tuttavia, sempre insidiata dal fiume di falsi prodotti italiani che scorre per i mercati di tutto il mondo. E che, anche in questo caso, vale miliardi.

Sintetizzare tutto con immagini ad effetto – come per esempio “insetti contro maccheroni” -, è quindi una semplificazione facile ma eccessiva. Così come lo è identificare i cibi sintetici come gli “alimenti del futuro” o cose simili.

Ma qui forse la prospettiva è più chiara. Mentre gli alimenti a base di insetti hanno una autorizzazione europea e comunque fanno parte di tradizioni e culture da rispettare, i cibi sintetici non hanno fondamenti in nessuna cultura e, soprattutto, non sono autorizzati a circolare in Europa identificati come “alimenti”. Anche questi pseudo alimenti il governo è intenzionato a dire la sua con prossimi provvedimenti.


Andrea Zaghi

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