Come gestire le punture di insetto

Torna “Il pediatra risponde”, la rubrica di Insieme curata dal dott. Salvatore Guercio Nuzio.
Foto di 41330 da Pixabay

Le punture di insetto sono molto frequenti. L’iniezione di sostanze irritanti nella pelle provoca una reazione nel sito di puntura. In alcuni casi il bambino si sensibilizza ad uno dei componenti della saliva dell’insetto, tanto da rispondere in maniera abnorme, con una reazione allergica, ad una successiva esposizione alla stessa sostanza.

In città gli insetti più comuni sono sicuramente le zanzare, ma ci sono anche cimici, pulci e zecche.

In caso di puntura velenosa di api, vespe, calabroni si ha un’infiammazione locale più spiccata con un gonfiore più esteso, arrossamento e dolore e c’è anche il rischio di reazione anafilattica (orticaria-angioedema). Gli insetti che non volano, pungono generalmente più volte ma sempre nella stessa regione del corpo (le cimici, per esempio, nelle zone a contatto con letterecci), mentre gli insetti che volano colpiscono le zone scoperte anche distanti l’una dall’altra. 

Dinanzi ad una reazione locale modesta è sufficiente una crema anti-infiammatoria non steroidea, invece nel caso di una reazione infiammatoria intensa si devono usare creme al cortisone per un periodo limitato alla fase acuta o anche antistaminici per bocca.

È assolutamente controindicato l’uso di antistaminici locali.

Consigli utili: educare il bambino a non grattarsi e a tagliare regolarmente le unghie per prevenire l’impetigine, vale a dire una sovrainfezione batterica, frequente in età pediatrica.

Occorre evitare profumi, usare prodotti a base di sostanze repellenti sulla pelle scoperta e sugli indumenti, non sostare in prossimità di bevande o di cibi molto dolci, far rimuovere nidi di api, vespe o calabroni esclusivamente da personale esperto, eliminare recipienti pieni di acqua stagnante, soprattutto se in zone ombrose, in giardino, nei cortili o nelle terrazze dove le zanzare depongono le uova.

Salvatore Guercio Nuzio

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