Chiude la mostra del maestro Pepe al Battistero. Oltre mille i visitatori

Le imponenti stele del mitografo per eccellenza si preparano a tornare a Firenze.

È di sicuro solo un arrivederci quello del maestro Onofrio Pepe al Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore.

Nell’intervista che il noto scultore di origini nocerine ha rilasciato a Insieme si sente il calore verso la sua terra ed in particolar modo verso il Battistero nocerino che in un pomeriggio di tanti anni fa gli rubò il cuore.

«Tanti anni fa – racconta – venni a trovare mio fratello che risiedeva a Nocera Superiore e per caso mi trovai ad entrare nel Battistero. Sapevo della sua esistenza, ma non ne conoscevo l’importanza. Entrandoci rimasi senza parole. Mi era accaduto solo un’altra volta: era a Firenze, ero da solo dinanzi alle sculture di Michelangelo nelle Cappelle medicee».

Ed è proprio a quel sacro luogo, che in questi mesi ha accolto oltre 1000 visitatori che hanno ammirato la mostra di stele “Divinitas” armoniosamente inserite nel maestoso contesto del Battistero, che Pepe dedica un augurio: “La magia e l’incanto di questo luogo sacro creano lo scenario ideale per accogliere opere ed artisti di alto livello. Deve essere conosciuto, valorizzato. Qui gli artisti devono trovare un approdo per la loro arte”.  

L’esposizione è stata inaugurata lo scorso 21 maggio in occasione del Maggio diocesano della Cultura, alla presenza tra gli altri del Vescovo Giuseppe, ed è stata l’occasione per Onofrio Pepe per ufficializzare la donazione della sua opera “Deposizione” al Museo diocesano San Prisco. Un gesto simbolico del maestro per rinnovare il suo amore verso la terra natìa.

E mentre le imponenti stele del mitografo per eccellenza si preparano a tornare a Firenze lo scultore celebra Antonio Canova.

La Treccani, con Editalia, ha deciso di celebrare il bicentenario della morte di Canova con una “Medaglia dell’Anno”, affidandone la creazione allo scultore di origini nocerine e fiorentino d’adozione e la realizzazione al Laboratorio Picchiani e Barlacchi.

La mostra “Divinitas” chiude, intanto, i battenti lasciando dietro di sé la magia dei grandi eventi e la consapevolezza che l’unione di intenti sia la chiave per valorizzare il patrimonio culturale del nostro territorio all’insegna dell’arte, della cultura e della storia.

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