Divinitas, ancora pochi giorni per visitare la mostra di Pepe

Il direttore del Museo diocesano San Prisco, Salvatore Alfano, delinea alcuni tratti di Divinitas per invitare gli amanti del bello a non perdere l’occasione di visitare la mostra

Divinitas sarà in esposizione ancora per pochi giorni. La mostra di stele realizzate da Onofrio Pepe continua ad attendere i visitatori nell’incantevole e unica location del Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore.

Una esposizione che toglie il fiato per la bellezza delle opere e del contesto in cui sono state allocate. Un’occasione importante, dunque, per apprezzare la maestria di Onofrio Pepe e scoprire la magnificenza del Battistero nocerino.

Il direttore del Museo diocesano San Prisco, Salvatore Alfano, delinea alcuni tratti di Divinitas per invitare gli amanti del bello a non perdere l’occasione di visitare la mostra.

L’esposizione ha segnato il ritorno a casa di Onofrio Pepe nell’ambito delle iniziative promosse per il Maggio diocesano della cultura. Il mitografo, così è definito il maestro scultore, ha voluto anche donare una sua creazione al Museo diocesano San Prisco. Si tratta della Deposizione, opera che fa parte della mostra Divinitas.

Deposizione di Onofrio Pepe

Lo scultore ha spiegato che le opere sono nate per Santa Maria Maggiore, ma hanno impiegato anni prima di arrivarci. Sono passate per altri musei e luoghi d’arte nelle principali città europee, da Firenze a Parigi.

La mostra è curata oltre che dal direttore del Museo diocesano, Salvatore Alfano, dall’archeologo Teobaldo Fortunato. Lo studioso ha sottolineato: «Le imponenti stele del mitografo per eccellenza attestano il legame indissolubile tra la valenza iconografica del classicismo e le nuove istanze figurative e sacrali proposte all’Occidente dal Cristianesimo nascente. Tra le stele, emerge, quasi come un deus ex machina d’un rinnovato Teatrum Mundi, una poetica Deposizione tutta cristiana, realizzata in terracotta patinata in bronzo a voler sottolineare, nel linguaggio laicissimo dell’artista contemporaneo, un atto di Fede che trascende ogni volontà, elevando l’arte a testimone dell’humanitas e della caritas cristiana».

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