Cammino sinodale: vivere la comunità come una famiglia

Occorre ogni sforzo possibile affinché nessuno si senta escluso dalla comunità.

In questo speciale “Anno per la Famiglia Amoris laetitia”, nei giorni scorsi, presso la sede diocesana “Iuvenescit Ecclesia” a Nocera Inferiore, si è svolto l’incontro della Pastorale Familiare diocesana con i referenti diocesani per il Sinodo.

La modalità scelta per rispondere alle domande è stata quella del discernimento spirituale.

Don Fabio ha lodato la scelta metodologica, perché ha consentito di mettere lo Spirito Santo al centro di ogni pensiero e di ogni parola.

Sono emerse le attese, le speranze e le buone prassi condivise per il presente e il futuro della Chiesa. Famiglie che sentono un forte senso di appartenenza alla propria realtà diocesana e hanno in cuor loro il desiderio di condividere con il Vescovo e i presbiteri la propria vocazione sociale ad intra e ad extra.

Ad intra: i Referenti diocesani per la Pastorale Familiare hanno proposto la ripresa e rivalutazione dei consigli pastorali parrocchiali dove poter condividere le scelte da compiere per una pastorale integrata.

È emerso il desiderio di far risplendere maggiormente il volto di una Chiesa accogliente verso quanti vivono in maniera tangente la vita parrocchiale. Creare gruppi famiglia che facilitino la relazione amicale tra coniugi, confronti sulle buone prassi per poter meglio educare alla fede i propri figli e collaborare insieme al parroco a servizio della Comunità.

Così come già previsto dall’Ufficio nazionale per la Pastorale Familiare, si è sottolineato l’urgenza, ma anche la fatica di iniziare un catecumenato di fidanzati/nubendi, puntando in maniera incisiva sulla creazione di relazioni significative invece di sommergerli di catechesi. Queste ultime potranno attecchire nei loro cuori solo in un momento successivo.

Ad extra: ci si è poi concentrati sul considerare le famiglie ferite delle nostre realtà parrocchiali.

Le famiglie devono rendersi disponibili a collaborare con il parroco alla loro accoglienza e all’inserimento insieme ad un attento discernimento. Esso ci richiede intelligenza pastorale, generosità apostolica, prudenza, desiderio di partecipare a processi per rendere possibile quanto auspicato sempre da papa Francesco in Gaudete et Exsultate 169: “Il discernimento è necessario non solo in momenti straordinari, o quando bisogna risolvere problemi gravi, oppure quando si deve prendere una decisione cruciale. È uno strumento di lotta per seguire meglio il Signore. Ci serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signore, per non lasciar cadere il suo invito a crescere”.

Occorre ogni sforzo possibile affinché nessuno si senta escluso dalla comunità. Ci sono anche famiglie ferite dallo stigma di avere un figlio/una figlia omosessuale. Si sente forte la testimonianza di amore che queste coppie possono donare alla comunità ed è importante che possano vivere una feconda comunione laddove questo rappresenti ancora una difficoltà.

Le famiglie devono prendere sempre più coscienza di quanto sia importante il proprio apostolato attraverso la parola e l’umile testimonianza di vita in una società dove Dio risulta essere il più emarginato se non addirittura il grande assente.

In una realtà dove l’ “IO” fagocita “DIO”, non c’è più spazio per relazioni gratuite e oblative in cui far crescere le nuove generazioni.

Il “do ut des” è stato abbattuto dal dono totale di Gesù sulla croce e la famiglia può testimoniarlo sul lavoro e in parrocchia. Abbiamo una grande responsabilità nel risvegliare la grazia ricevuta il giorno del nostro Battesimo e dobbiamo capire che in questo cambiamento d’epoca non si può più tergiversare nel prendere sul serio la nostra vita di fede.

In un clima di corresponsabilità coi presbiteri occorre re-imparare a vivere la Comunità come la nostra famiglia, abbandonando l’istituto della “delega” al parroco per ogni cosa. La formazione personale rappresenta il tassello fondamentale per essere interpreti e non meri esecutori di indicazioni che cadono, inevitabilmente, dall’alto.

Ora più che mai, visto che il Santo Padre ci ha già chiamati ad un nuovo Cammino sinodale, che intende essere l’apice di un processo di ascolto e discernimento all’interno della Chiesa per essere tutti partecipi della missione in uno spirito di autentica comunione. Un cammino nello Spirito.

Luciano Gambardella

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