Scuola senza zaino a San Marzano sul Sarno

L’esperienza della Scuola senza zaino.

L’Istituto Comprensivo “S.S. Giovanni Paolo II-A. Frank” di San Marzano sul Sarno,  scuola Polo Senza Zaino, protagonista di intense giornate di didattica gioiosa  e resiliente.

Il 19 maggio si è celebrato il “Senza zaino day” e la nostra scuola ha vissuto momenti di gioiosa normalità. A parlare è Emma Tortora, dirigente dell’Istituto Comprensivo “S.S. Giovanni Paolo II-A. Frank” di San Marzano sul Sarno.

«Una normalità diversa, fatta di emozioni, vibrazioni, azioni, canti, scrittura creativa e cura. Una cura non di “facciata” ma di autentica formazione, crescita, consapevolezza e responsabilità verso l’ambiente» aggiunge.

Per la dirigente la pandemia ha messo in ginocchio il nostro continente ed è urgente risvegliare la “didattica virtuosa”, volta a rispettare e curare la nostra terra, attraverso percorsi didattici innovativi grazie al movimento senza zaino a cui l’istituto ha aderito da diversi anni.

«La DAD ha rallentato dei percorsi, soprattutto quelli del fare, toccare e manipolare le medesime cose nel medesimo ambiente ma non ha interrotto quello del pensare, organizzare e verificare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2020-2030».

Così il rientro a scuola ha permesso di riappropriarsi di spazi interni ed esterni, di guardarsi distanti, ma in presenza, e sorridere alla propria terra, agli alberi, al cielo, agli uccelli e soprattutto alle api, che popolano l’ingresso della scuola, e alle piantine che ridono colorate sui davanzali delle aule. 

Le attività

Così l’Istituto Comprensivo di San Marzano sul Sarno, scuola Polo Senza Zaino, ha vissuto giornate di didattica vitale, gioiosa, di ripresa e risilienza, grazie alla scelta del tema “La terra siamo noi”.

Il lavoro degli alunni, accompagnati dalla professionalità e competenza delle insegnanti, si è concentrato egregiamente su un’altra tematica molto importante, l’estinzione delle api, la cui impollinazione è responsabile di circa il 75% della produzione agricola oltre che della produzione di miele.  

Giorni di festa, sensibilità, attivismo e soprattutto consapevolezza e responsabilità. I ragazzi innalzavano fieri, tra pareti che hanno ascoltato il silenzio assoluto per mesi, canti liberatori “ la terra siamo noi, siamo noi questo chicco di grano”. 

«In questi lunghi mesi di chiusura – conclude la dirigente – oltre al dolore e al timore, si è avuto il tempo di riflettere particolarmente sulla natura e la sua importanza, in ciascuno si è rinforzata la coscienza che molto deve cambiare rispetto all’ambiente il cui inquinamento e mancanza di rispetto potrebbe essere la causa che mette a rischio la salute dell’essere umano».

E la scuola, la più nobile delle agenzie, da sempre impegnata ad implementare una pedagogia che accarezza il processo di sviluppo integrale della persona, non poteva non scendere in campo.

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