Conferiti i ministeri a quattro seminaristi

La Celebrazione al seminario di Napoli. I ministeri, ha evidenziato il Vescovo nell’omelia, «non sono uno scatto nella carriera, ma un passo avanti nel cammino verso il sacerdozio». E ha ricordato: «I ministeri sono un servizio, sono includenti non escludenti».
Il Vescovo ( al centro) con i quattro seminaristi: da sinistra verso destra Domenico Petti, Antonio Padovano Sorrentino, Salvatore Mosca e Mattia D’Antuono

Conferiti i ministeri a quattro seminaristi della Diocesi. La Celebrazione si è tenuta ieri pomeriggio nella cappella del seminario “Card. A. Ascalesi” di Napoli.
«Un’ora di grazia nel luogo dove i nostri giovani si preparano alla grande missione», l’ha definita il Vescovo. Davanti a mons. Giuseppe Giudice i seminaristi Mattia D’Antuono, Domenico Petti, Salvatore Mosca e Antonio Padovano Sorrentino.

Mattia e Domenico, rispettivamente originari delle parrocchie di San Giovanni Battista ad Angri e Maria SS. di Costantinopoli a Nocera Superiore, sono al quarto anno del loro cammino formativo e, attraverso questo ministero, si impegnano a conformare sempre più la loro vita alla Parola che meditano e annunciano. Salvatore e Antonio, rispettivamente originari delle parrocchie di Santa Maria delle Grazie a Casatori di San Valentino Torio e Maria SS. di Costantinopoli a Nocera Superiore, sono al quinto anno di formazione e si apprestano a vivere in maniera sempre più piena il servizio all’altare e il rapporto con Gesù Eucarestia.

«No uno scatto nella carriera»

Un momento della celebrazione

I ministeri, ha evidenziato il Vescovo nell’omelia, «non sono uno scatto nella carriera, ma un passo avanti nel cammino verso il sacerdozio». E ha ricordato: «I ministeri sono un servizio, sono includenti non escludenti». Nel commentare la Parola di Dio del giorno, mons. Giudice ha richiamato al senso della vocazione, che «è una chiamata che può prendere diversi aspetti». Quella sacerdotale è conseguenza della scelta di Dio, una scelta «nella libertà, la libertà dell’amore». Ha chiesto a tutti di mettersi «in ginocchio dinanzi al mistero della vocazione».

Riferendosi al ministero del lettorato, all’esigenza di evangelizzare, il Vescovo ha proseguito: «Anche nel carcere più difficile possiamo sempre pregare, cantare, inneggiare. Il primo grido evangelizzazione è dire all’altro: “Non farti del male, sappi che la tua vita ha un grande dono”. A volte ci facciamo del male nelle comunità, in famiglia, tra amici. Ma nella difficoltà, come il carceriere della Parola di Dio, possiamo chiedere un lume». La luce, ha ricordato il Pastore della Chiesa nocerino-sarnese, è anche un segno di testimonianza. Riferendosi al ministero dell’accolitato ha aggiunto: «È salire al piano superiore e preparare perché il pane diventi Corpo e il vino Sangue e lavare le piaghe».

«Siate annunciatori di speranza»

L’augurio ai seminaristi e a tutta la Chiesa è che, alla luce del tempo difficile che si sta vivendo, «non cada la speranza, perché noi dobbiamo annunciare la speranza».
«Usciamo dal carcere della paura e della sofferenza e facciamo della nostra vita un canto di Alleluia», ha esortato il Vescovo.
Ad aprire la Celebrazione per il conferimento dei ministeri è stato il saluto del rettore. Don Michele Autuoro ha voluto ricordare e pregare anche per l’imminente anniversario di consacrazione episcopale di mons. Giuseppe Giudice.

La Santa Messa è stata trasmessa in diretta Facebook per consentire di seguire alle comunità rimaste a casa per le normative anti diffusione e contagio.

Sa. D’An.

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