Carità, un gesto concreto

Domani si celebra la Giornata Mondiale dei Poveri. Cosa possiamo fare nel concreto ogni giorno per i poveri? Realizzare opere di carità, con piccoli gesti e attenzione ai particolari, perché “fare la carità” non si traduca con la mera elemosina. È carità un sorriso a chi soffre, un conforto a chi dispera, un abbraccio a chi si sente solo.

a cura della Caritas diocesana

Ogni giorno, nel flusso indistinto della quotidianità, incrociamo il volto del povero anche se spesso non riusciamo a riconoscerlo. Dobbiamo compiere lo sforzo di andare oltre l’apparenza, perché dietro l’abito della festa a volte si cela la solitudine, l’emarginazione sociale, la povertà del cuore.

È in questa visione che la missio della Carità diventa uno stile di vita. Una predisposizione dell’anima, una peculiarità del cuore. “Carità” in greco si traduce appunto con agàpe, ovvero amare con il cuore di Dio e solo seguendo la strada che Lui ha tracciato per noi mettiamo davvero in pratica la nostra fede.

Il carico non è leggero, ma è nel significato più intimo, più profondo, della parola che si trova la forza per sostenerlo.

Anche nel quotidiano possiamo realizzare opere di carità, con piccoli gesti e attenzione ai particolari, perché “fare la carità” non si traduce con la mera elemosina. È carità un sorriso a chi soffre, un conforto a chi dispera, un abbraccio a chi si sente solo.

La Carità tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1 Cor 13, 4-7) ed è l’unica moneta di scambio che ci permette di entrare nel Regno di Cieli. In questo nuovo anno poniamoci come obiettivo la realizzazione di un gesto concreto di carità al mese, perché Gesù ci ricorda che tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40).

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